Appena un inizio
Per lungo tempo ho cercato cosa rappresentare, da che parte, come artista, dirigere i miei sforzi creativi e la mia attività interpretativa.
Moltissimi aspetti della realtà hanno attratto, nel corso degli anni, di volta in volta, la mia attenzione. Ma accadeva sempre che, per quanto interessante, nessuna tematica riusciva a catturarmi interamente.
Delle tante sfaccettature del mondo mi affascinava soprattutto la dimensione archetipica. Il ruolo particolare che le manifestazioni giocano in rapporto alle profondità dell’anima umana e dell’anima cosmica.
Le forme concrete, anche nei loro aspetti cangianti, rimandano da sempre per me, al sussurro ininterrotto che intercorre fra di loro e con Dio.
Continuava a sfuggirmi, tuttavia, la prospettiva da cui approcciare la materia di questo misterioso linguaggio.
Fu durante una delle tante tempeste della vita, in cui avevo anche subito un’aggressione attraverso l’invisibile, che mi ritrovai ad invocare il mio Angelo Custode.
La sollecita risposta alla mia richiesta di aiuto, oltre a trarmi in salvo, aprì per me le porte dei mondi dietro al mondo (oltre e attraverso di esso), l’esistenza dei quali avevo sempre intuito, ma di cui non avevo mai avuto consapevole esperienza.
Seguì un periodo incredibile…
Da questo primo, intensissimo, folgorante contatto con gli Angeli, la mia vita emerse radicalmente trasformata.
Tra le tante cose che mi accadde di comprendere, dopo quel frangente e durante i quotidiani contatti che cominciai ad avere con loro degli anni che seguirono, fu la limitatezza di ciò che gli uomini sanno degli Angeli.
Infatti, nonostante questi magnifici esseri dedichino la loro intera esistenza alla cura ed alla custodia di tutto ciò che esiste, tutto ciò che è stato detto e rappresentato di loro, tutto ciò che si è pensato della loro realtà, in passato non meno che nel presente, è pregiudiziale e soprattutto terribilmente riduttivo, frettoloso e semplicistico.
A quel punto testimoniare le angeliche realtà che mi era stato concesso di intravedere, mi si rivelò, dunque, come l’obiettivo verso il quale protendermi, sia spiritualmente che come artista, pur nella precisa consapevolezza della sua sostanziale irraggiungibilità.
Tra le molte ragioni che sostennero, e sostengono ancora, la scelta di un simile folle proposito, sta il fatto che esso è conforme al mio profondo interesse per quel segreto linguaggio, che intuisco soggiacere e forgiare i mondi.
Gli Angeli, infatti, in quanto elemento connettivo fondamentale di tutte le realtà, in tutti i mondi, in tutti i piani di esistenza, cos’altro sono se non Parole Viventi di quel divino linguaggio, pronunciate da Dio prima di tutti i secoli?
Un po’ più da vicino, ma non troppo
Parlare dettagliatamente di ogni singola opera sarebbe noioso. Probabilmente le parole potrebbero perfino pasticciare i significati che, su più piani, abitano i dipinti.
In senso lato dunque…
…forse la prima cosa che può saltare agli occhi, osservando le poche opere che fin qui ho concluso è, probabilmente, il fatto che qui le entità angeliche mancano di “ali”. O almeno esse non compaiono nel modo consueto.
Le mie esperienze e le molte delle conversazioni che ho avuto con l’aldilà, mi hanno infatti convinto, che ciò che in passato è stato percepito da altri viaggiatori dell’invisibile, come le ali di un Angelo, è qualcosa che lo circonda e che si presenta in modo luminoso e dinamico.
Gli Angeli, in quanto enti di connessione fra le innumerevoli manifestazioni, apparentemente separate, di tutto ciò che esiste, sono circondati e, per così dire, sostanziati dal campo semantico che compete ad ognuno di loro. Essi lo dominano, lo custodiscono e lo amministrano attivamente, ognuno secondo la propria singolarità, in forte, armoniosa collaborazione creativa con Dio.
I segni e le forme ed i colori di cui ho circondato le creature angeliche, nei miei dipinti, rappresentano il tentativo di suggerire intorno ad essi queste “ali semantiche” ovvero l’ambito delle connessioni archetipiche che compete loro e che, al contempo, li definisce.
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Gli Angeli appaiono, inoltre, antropomorfi (ma sarebbe più corretto dire che si presentano in forma teomorfa, in quanto gli uomini sono fatti ad immagine e somiglianza di Dio) .
Questo perché mi è stato detto che gli Spiriti possiedono tutti, tra le altre, una forma di manifestazione che rimanda alla forma di Dio.
Pertanto ho pensato che rappresentarli in tal modo, oltre che essere senz’altro corretto, li avrebbe resi più empaticamente accessibili ai fruitori umani a cui mi rivolgo.
Comunque, a scanso di equivoci, tengo a precisare che dubito fortemente, nonostante i miei sforzi, che per ora io sia mai riuscita a rendere appieno come un Angelo possa manifestarsi nel modello teomorfo.
Per inciso, sono consapevole di essermi prefissa di rappresentare qualcosa che, per molti versi, può dirsi ineffabile. Ma trovo che tendere verso mete irraggiungibili sia un esercizio ginnico assai corroborante per l’anima e molto stimolante per il suo sviluppo.
Così intendo continuare a tentare di “lucidare la mia tegola come uno specchio” (per citare una antica storia zen) ed in futuro cercherò di fare meglio per avvicinarmi sempre di più allo scopo.
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Le tematiche trattate, evidenziate dai titoli e talvolta da brevi scritti intrinsecamente connessi ai singoli dipinti, nonché le tipologie angeliche, gli atteggiamenti, le situazioni trattate nei dipinti sono molto diversificati.
Però attualmente io non sono in grado di dar conto dei motivi che li hanno fatti scaturire in questa successione, né dei legami fra di essi, né del senso ultimo del puzzle che stanno lentamente andando a comporre.
Le ragioni di una così ampia gamma di contenuti, infatti, non risiedono in una mia scelta. Questo perché quando comincio un’opera non so assolutamente dove andrà a parare e di quali entità angeliche e di quali temi, alla fine, tratterà.
All’inizio ho cercato di dirigere il flusso dei contenuti, ma mi è stato, più che chiaramente, fatto intendere che questo avrebbe enormemente penalizzato la bontà, la profondità e l’ampiezza dei significati delle opere.
E, in effetti con il senno di poi, posso affermare che, se avessi cercato i contenuti da esprimere per mezzo di una volizione consapevole, pochissimo di ciò che ho rappresentato mi sarebbe potuto venire in mente così, come appare nei dipinti, in quella disposizione, con quei colori e men che mai connesso ad una tal copia di elementi e dettagli.
Ciò nonostante non posso neanche dire che il mio lavoro scaturisca da una sorta di “scrittura automatica” applicata alla pittura.
Mentre disegno o dipingo una gran parte di me è consapevolmente impegnata a discriminare e scegliere ciò che esprimo, come più o meno consono e opportuno.
Non so dire come accade, ma questa parte di me sembra conoscere quello che deve essere detto ed anche il modo in cui questo vada fatto.
Sento chiaramente quando manco o mi approssimo al bersaglio.
Comunque rimane il fatto che, soprattutto all’inizio, devo lasciarmi suscitare, senza porre troppi filtri, altrimenti la parte della mia anima circoscritta in questa esistenza terrena, restringerebbe troppo il campo di ciò che può essere espresso.
E’ come se conoscessi inconsciamente ciò che rappresento, ma non ne possedessi in alcun modo la consapevolezza, prima di incontrarlo, apparentemente quasi per caso.
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Cromie, formato, tematiche e perfino lo stile prevedo che potranno cambiare. E cambieranno di fatto ogni qualvolta che dovessi sentirlo necessario, per seguire il filo dell’ispirazione che mi giuda.
Perché il tema è così ampio ed il compito così arduo, che posso avere qualche speranza di riuscire ad assolverlo, almeno in buona misura, solo se mi manterrò sempre all’erta e flessibile.
Come ho già avuto occasione di precisare all’inizio di questo breve resoconto, il mio intento è essenzialmente quello di rendere testimonianza delle entità angeliche e delle loro realtà.
E la prima e più significativa inesattezza, di cui sono fatti oggetto, risiede nell’estrema semplificazione con cui si tratteggia tutta la materia che li riguarda.
Le varietà delle forme angeliche, i loro ruoli nella creazione, le mansioni che svolgono, la maniera in cui vivono ed i modi in cui essi si relazionano con le altre forme di vita, con noi uomini, tra di loro e con Dio, sono infinite!
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In conclusione, forse, quando un giorno avrò terminato questo mio lavoro, dato e non concesso che questo possa avvenire, i dipinti, nel loro insieme, all’improvviso comporranno un quadro più armonico ed intellegibile di ciò che sugli Angeli andava detto.
O forse no.
Forse, a quel punto, questi dipinti si comporranno e scomporranno, ora in un modo, ora in un altro, raccontando così di volta in volta, ad ognuno di coloro che li guarderà, il brandello di verità sugli Angeli di cui avrà in quel momento bisogno, per condividere al meglio con loro il senso, la fatica e la meraviglia del proprio cammino.
Flavia Battaglini
Aprile 2016