Il Vento nel frutteto muove le foglie a cantare dell’inudibile la muta melodia;
l’assottiglia in sussurri infinitesimi, mentre nuvole nel cielo spazza via
Il Vento sopra i mari spinge le onde a mormorar più forte appartenenza,
a ciò che è più profondo e ricco e diffonde la propria forza in cui la vita danza.
Rintocchi di campane a pochi passi. eppur come è lontana questa eco,
sovrastata dal rumor dei nostri stessi passi, che sotto assedio ci trattiene
avanti e dietro.
Non ci sono notti, però, e non c’è il buio, che la notte brilla di misterioso e pallido lucore
e non c’è palpebra che chiudendosi non accenda, del teatro dei sogni luci, forza e calore.
Centro non trovasi nel pantano delle circostanze, centro è di sopra, di sotto, di là, oltre ed altrove.
ed il carro dal fieno va separato, che non conduce poiché da inerzia muove.
E nella notte di paura condensata le sole cose che ci guidan verso il Sole
son le faville che sprizzano dal fuoco di ogni nostro più autentico stupore.
Ad ogni piccolo Incendio, luce più luce, ad ogni Gioco sempre più sapor di Dio,
fin a mutare questo opaco mondo in un traslucido, perlescente balenio.
Flavia Battaglini
Gennaio 2013